Impianti di videosorveglianza & Rispetto delle Normative: quali rischi per le aziende?

  1. Home
  2. Magazine
  3. Impianti di videosorveglianza & Rispetto delle Normative: quali rischi per le aziende?
Magazine
videosorveglianza in azienda

Intervista a Luigi Pedrotta, CEO di Lan & Wan Solutions, sull’annosa questione delle telecamere in azienda che non sempre sono installate a norma.

Sempre più aziende in Italia scelgono di dotarsi di un sistema di videosorveglianza interna per motivi di sicurezza e controllo. Spesso però l’installazione non è accompagnata da una adeguata preparazione in campo normativo sia da parte di chi effettua l’installazione che dalla parte dell’azienda che la richiede, il che può comportare per le aziende dei problemi legali con conseguenti sanzioni, anche pesanti. Ne abbiamo parlato con il nostro CEO, ing. Luigi Pedrotta.

Sempre più aziende in Italia si stanno dotando di telecamere in azienda, ma quali sono i principali problemi normativi che possono insorgere?

Pedrotta: L’utilizzo crescente dei sistemi di videosorveglianza non è più solo un deterrente per la protezione dei beni aziendali, ma, attraverso applicazioni AI le telecamere possono diventare utilissime in tanti ambiti. Pensiamo al controllo dei varchi, in cui le telecamere rilevano targhe e volti delle persone dando accessi automatici. Oppure pensiamo a una serie di situazioni di potenziale rischio, per esempio nelle fonderie, dove possono rilevare l’aumento o la diminuzione della temperatura dei soggetti ripresi (telecamere termiche); o, ancora, nei luoghi pubblici, dove possono identificare valigie o oggetti lasciati incustoditi prevenendo sospetti atti di terrorismo.

Detto questo, l’installazione di telecamere in azienda deve essere fatta correttamente tenendo conto di due macro aspetti normativi: il controllo sul posto di lavoro del lavoratore, impattante sul CCNL e il trattamento dei dati personali, impattante sul GDPR.

Quali sono le principali problematiche sulla mancanza del rispetto normativo che ha potuto riscontrare presso le aziende visitate?

Pedrotta: Purtroppo, mi dispiace dirlo, ancora oggi molte installazioni vengono fatte nella più totale assenza di valutazione di qualsiasi aspetto legale. Questo accade per l’ignoranza sia del cliente finale, ma anche dell’installatore. Ma spesso semplicemente si fanno spallucce per evitare di inserire nel progetto costi aggiuntivi.

Ma quali sono i rischi in questo caso?

Pedrotta: Il rischio è quello di andare incontro a pesanti sanzioni. E’ la Polizia Provinciale ad occuparsi dei sopralluoghi nelle aziende a seguito di una denuncia o per semplici visite a campione, che ogni Direzione Territoriale del Lavoro evade in quota parte ogni anno.

In caso di impianto non in regola, il primo step richiesto è quello di far smontare tutto l’impianto, per poi far seguire una sanzione penale normalmente oblabile con una sanzione inferiore ai 1.600 euro. Questo per la rilevazione di competenza propria della DTL, che cura gli aspetti che riguardano il controllo strutturato e continuativo sul luogo di lavoro, che è ovviamente vietato dal CCNL, salvo qualche rara eccezione concessa da accordi sindacali quadro.

Ma i dolori arrivano da un’eventuale violazione del GDPR, che riguarda il trattamento dei dati personali. In questo caso il Garante ha chiesto ufficialmente alla DTL Nazionale che l’ispettore faccia un esposto all’Authority Nazionale per la protezione dei dati. La sanzione minima da cui si parte è di 50.000 euro, ma si può arrivare ad un massimale di 20 milioni o del 4% del fatturato mondiale aziendale dell’anno precedente. Sono casi estremi a cui è difficile arrivare, ma lo spauracchio di una multa salata è invece reale.

Tra l’altro in caso di indagini su violazioni del trattamento dei dati personali può intervenire anche il nucleo “Privacy” della Guardia di Finanza.

Insomma conviene adeguarsi alla normativa. Ma quali sono allora i vari step per farlo?

Pedrotta: Il punto di partenza è sicuramente il “Progetto” che dev’essere steso secondo le ultime linee guida disponibili. Su questo la Circolare n. 5 del 19 Febbraio 2018 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro è un bel punto di riferimento.

A seguire ci sono due strade percorribili, la prima è quella di siglare un accordo sindacale, particolarmente indicato per aziende che hanno nel proprio organico un RSU, oppure presentare una istanza alla DTL Provinciale che ovviamente dev’essere fatta in modo corretto per non correre il rischio di avere un rigetto della richiesta.

A questo punto bisogna informare chiaramente tutta l’azienda sul progetto, esponendo una serie di dati cogenti. Il che si traduce in:

  • pubblicare l’Informativa Estesa in un luogo pubblico aziendale;
  • far sottoscrivere a tutti i dipendenti la presa visione;
  • esporre ’Informativa Breve, che normalmente è l’unico dato cogente che le aziende tentano di rispettare, ma che puntualmente espongono in modalità errata o incompleta;
  • dare gli incarichi al trattamento dati personali (dati riguardanti la videosorveglianza) per tutti i soggetti interessati (operatori live, supervisor in grado di vedere le immagini videoregistrate, manutentori del sistema e se presenti istituti di vigilanza in grado di intervenire sull’impianto o cmq di poterlo usare).

L’impressione è quella che per riuscire ad essere in regola, il percorso sia un po’ complicato…

Pedrotta: E’ così, tutte le cose che non conosciamo e di cui non abbiamo esperienza ci sembrano complicate e insormontabili. In Lan & Wan Solutions, conoscendo bene la questione legislativa su questo tipo di impianti, portare il cliente ad un’adeguata armonizzazione normativa fa parte delle normali consulenze che forniamo insieme alle realizzazioni dei nostri impianti tecnologici.

Supportare il Vs. cliente nella redazione della documentazione è per Voi un requisito sine qua non?

Pedrotta: Dipende dalla tipologia di impianto da realizzare. In alcuni casi, come i sistemi di cablaggio in rame ed in fibra ottica, siamo obbligati a rilasciare al cliente una certificazione con progetto allegato dell’impianto realizzato, che poi il cliente utilizzerà secondo le linee guida normative previste. In altri casi, come gli impianti di videosorveglianza o i ponti radio, in fase di offerta evidenziamo al cliente i dati cogenti da rispettare, offrendogli anche la possibilità di una consulenza globale, che comprende anche gli aspetti normativi. Ovviamente il cliente è libero, se preferisce, di gestire la pratica in autonomia, ma crediamo nel valore aggiunto di offrire una consulenza a 360 gradi, e sappiamo che spesso è proprio quello che le aziende ricercano, risparmiando così i costi, il tempo e la responsabilità della redazione di pratiche così specifiche.