E per la formazione l’agevolazione può arrivare fino al 70%.
Con la legge di conversione del decreto Aiuti arrivano importanti incentivi per le aziende che vogliono investire nei software e nella formazione 4.0.
L’idea di fondo è quella di aiutare le aziende ad investire non solo nei macchinari, ma anche nei software e nelle competenze del personale che permettano di compiere una vera integrazione della supply chain, principio cardine dell’industria 4.0.
Opportunità per l’acquisto di software
Per quanto riguarda l’acquisto di beni immateriali, cioè di software, sistemi, piattaforme e applicazioni che gestiscono e proteggano i processi produttivi, gestionali e di comunicazione, nel 2022 il credito d’imposta sale dal 20% al 50%.
Più nel dettaglio:
- Il credito d’imposta del 50% è concesso per i software acquistati nell’arco di tutto il 2022, o entro il 30 giugno 2023 a condizione che entro dicembre 2022 sia stato accettato l’ordine e sia stato saldato almeno il 20% della spesa.
- Gli investimenti sostenuti nel 2023, o entro il 30 giugno 2024 con ordine e saldo almeno del 20% entro dicembre 2023, godranno del credito di imposta del 20%
- Il limite di spesa che può godere delle agevolazioni è di un milione di euro all’anno.
Opportunità per la formazione
Cresce anche il credito d’imposta per le spese di formazione su temi dell’industria 4.0, tra cui cloud e fog computing, cyber security.
Una spinta particolare è riservata alle piccole imprese: per loro il credito d’imposta passa dal 50% al 70% per un massimo di 300mila euro all’anno.
Le medie imprese vedono un incremento dal 40% al 50% (su massimo 250mila euro di spese annue), mentre per le grandi imprese il credito resta del 30% (limite massimo annuo sempre di 250mila euro).
Ricordiamo infine che se la formazione è rivolta ai dipendenti svantaggiati o molto svantaggiati indicati dal decreto del 17 ottobre 2017 dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il credito d’imposta sale al 60%, per tutte le aziende, ma sempre entro i massimali di spesa.